Il piano regolatore cimiteriale italiano

Forse non tutti sanno che, ogni area urbana della nostra città di appartenenze, è provvista di piani regolatori articolati grazie ai quali si seguono dei punti standard per la realizzazione degli spazi pubblici. Il Piano cimiteriale è dedicato allo spazio per le sepolture dei nostri cari: è uno strumento che permette l’organizzazione dei sistemi cimiteriali. È un piano estremamente complesso, costituito da documenti grafici e testuali, ed è principalmente orientato a risolvere i numerosi problemi che annualmente si presentano per le aree cimiteriali, spesso super affollate. Questo documento fissa, per tutti i comuni italiani, delle regole collettive riguardo ai servizi che offre il cimitero, alla costruzione di questo, alla custodia e alla gestione dei locali adiacenti e su tutte le attività legate con la cessazione della vita alla custodia delle salme. Tutti i comuni italiani sono di fatto chiamati alla predisposizione di uno o diversi piani cimiteriali, con la finalità di rispondere alle problematiche di sepoltura che si manifesteranno dopo la loro approvazione, ovvero nell’arco di vent’anni. A costituire uno strumento parallelo al piano regolatore cimiteriale è anche il regolamento di Polizia Mortuaria che ha il compito di disciplinare le procedure dei servizi legati al decesso delle persone.

Il cimitero nel complesso storico-urbano

Possiamo ritenere straordinario che l’umanità, per dare ordinamento allo spazio vissuto, abbia concepito ed istituito dei luoghi rituali come i cimiteri. A questi non si è dato solo un ordinamento burocratico, ma anche simbolico, che lo ha classificato tra i luoghi più mistici di tutte le città. Nella storia dell’umanità le prime sepolture preistoriche risalgono addirittura all’uomo di Neandertal, nel Paleolitico, un tempo in cui esistevano le necropoli, ovvero le città dei morti. I veri cimiteri però come li conosciamo oggi, nascono con Napoleone, che ha permesso con l’Editto di Saint Cloud, di edificare il primo cimitero pubblico moderno nel Regno di Sicilia, a Palermo: questo cimitero ebbe una forte importanza sociale, perché era il primo in tutto Europa che fosse aperto a tutte le classi sociali. Sempre grazie a Napoleone, i cimiteri si estesero poi in tutta Italia e, per motivazioni igienico-sanitari, i cadaveri venivano sepolti lontani dal centro abitato. Nel 1806, in osservanza degli ideali egualitari della Rivoluzione Francese, si omologarono inoltre tutte le tombe con lo stesso tipo di lapide, impedendo la fruizione dei nomi dei defunti.

Il rito funebre

Oggi i cimiteri sono spazi soprattutto dedicati ai parenti dei defunti, che celebrano il rito di dipartita del proprio familiare con una cerimonia civile o religiosa. È difficile ascrivere ad un modello preciso il rito funebre, principalmente perché a tale evento corrisponde un luogo e una modalità operativa diversa per ogni religione o diversa sulla base delle volontà del defunto. Il termine rito funebre deriva dal latino funus che viene associato all’azione del calare il corpo nella sepoltura con delle funi. Il rito funebre è un evento sociale, che serve per metabolizzare un evento tragico che può coinvolgere chiunque nel percorso della vita.

Fortunatamente esistono realtà come quella delle onoranze funebri a Roma, capitanata da Cattolica San Lorenzo, capaci di assistere i cari del defunto nell’organizzazione del rito e nello svolgimento di tutte le pratiche cimiteriali relative alla sepoltura.

 

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