Camicia o tunica di Nesso mitologia greca: significato e storia

La mitologia greca è molto importante, e per questo molto studiata soprattutto nel periodo delle medie e superiori.

Essa è una raccolta di miti e leggende a cui i Greci chiedevano spesso aiuto per qualsiasi tipo di problema, oppure pregavano per sostenerli durante la guerra, molti santuari e templi, teatri sono stati costruiti in loro nome e molte offerte sono state fatte per ringraziarli.

Ma le storie non sono solo su di loro, essi a volte procreavano sia con gli altri dei che con le donne mortali, grazie a questo nascevano gli Eroi, essi hanno nomi molto importanti e molti di essi hanno lasciato la propria traccia sui libri di storia grazie alle loro imprese, proprio come Ercole.

Vediamo cosa c’entra Ercole con la camicia di Nesso.

Significato

Prima di raccontare la storia di chi è questo Nesso, e cos’ha che fare con un Eroe come Ercole, meglio specificare qual è il significato di questa camicia, mentre secondo altre fonti sembra essere una tunica o un chitone (= veste usato nell’antica Grecia).

Questo capo vestiario nasconde un messaggio molto pericoloso: rappresenta sia la pazzia in quanto sventura senza possibilità di scappare, ma è anche associato alla pazzia come forza bruta, esplosione e forza distruttiva.

Nel folclore greco, significa semplicemente “vestito avvelenato e contaminato”, questo perché secondo la leggenda ci fu qualcuno in possesso di un veleno talmente pericoloso da uccidere persino gli Dei dell’Olimpo, questo qualcuno era la razza dei centauri.

Creature con la parte posteriore di un cavallo (con tutt’e quattro le zampe) e la metà superiore quella di un uomo, secondo i Greci esse erano personaggi saggi e rispettosi, fu uno di loro infatti ad allenare Ercole facendogli sviluppare una forza sovrumana, ma alcuni di essi invece non erano ben visti e venivano ritenuti pericolosi dagli uomini, Nesso infatti era uno di quei centauri selvaggi.

Storia

Ercole (figlio del divino Zeus e della mortale Regina Alcmena) e la sua seconda moglie Deianira (principessa di Calidole) dovevano attraversare un fiume in cui viveva un centauro che aiutava le persone ad attraversare il torrente.

Appena vide i due riconobbe l’uomo e si rifiutò di farli passare entrambi, Ercole allora chiese di portare solo la moglie dalla parte opposta così lui l’avrebbe attraversato da solo, il centauro accettò e fece salire la moglie sulla sua groppa, quando vide che Ercole era ancora in mezzo al fiume Nesso si dette alla fuga con Deianira che gridava spaventata.

Non fecero molto tragitto perché Ercole, che era abile anche con l’arco, lanciò una freccia alla creatura che la colpì e ferì in modo grave; prima che l’uomo potesse raggiungerli Nesso trovò un modo per avere la sua vendetta.

Convinse la donna a raccogliere il suo sangue, esso avrebbe avuto il potere di far innamorare ancora di più l’amato Erole nonostante la bellezza delle altre donne, però doveva metterlo in una delle sue vesti e poi fargliela indossare, dette queste ultime parole espiò.

Deianira conservò per molti anni il sangue del centauro, infatti lo voleva usare per un’occasione importante, ma i piani cambiarono dopo che Ercole, ritornato trionfante da una spedizione, portò con sé una giovane e bella donna chiamata Iole, principessa e figlia del re Ecalia.

Si fermò per riposarsi in una città chiamata Trachis e inviò a casa sua il suo fedele amico Lica a casa sua per farsi portare una veste bianca, giunto da Deianira Lica raccontò tutto e la donna ebbe paura che Iole potesse essere una rivale del marito.

Non solo prese la veste richiesta, ma l’intinse col sangue di Nesso per ricordare al marito di restarle fedele, la povera donna però commise un grande sbaglio, quando Ercole indossò la veste iniziò a sentire la pelle e le carni bruciare ed ebbe atroci dolori in tutto il corpo, che non finivano mai, anzi, diventavano sempre più forti.

Il sangue di Nesso in realtà non era un elisir d’amore ma bensì un potente veleno che fece impazzire sempre di più Ercole che decise di buttarsi in una pira accesa per morire bruciato e placare quegli atroci dolori.

Il finale di questa storia fa vedere che Zeus, dispiaciuto per la morte del figlio, lo salvò portandolo con sé sull’Olimpo dove divenne un Dio, purtroppo sorte diversa ebbe la moglie, pentita per il terribile errore anche lei impazzì per il dolore e s’impiccò.

Ecco la storia e il significato a cui è legato Nesso ad Ercole.

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